Accogliere le persone autistiche significa in molti casi sapersi rapportare in modo consapevole con chi le accompagna, i famosi caregivers, cioè quelle persone che condividono brevi o lunghi periodi in modo costante nel tempo con una persona autistica.Ci sono modalità e termini che devono entrare nella nostra modalità di interazione per far percepire ai caregivers, eventualmente presenti, che siete persone informate e capaci di mettere in atto una accoglienza consapevole di qualità.
LA PIETÀ INTERROMPE QUALUQUE CONTATTO
I caregiver sono particolarmente attenti al tipo di comunicazione verbale e non verbale che le persone mettono in atto nei loro confronti certamente se percepiscono un sentimento di pietà questo fa interrompere immediatamente qualunque ulteriore rapporto e certamente ne impedisce la nascita.
I genitori di persone autistiche sono particolarmente orgogliose dei loro figli e quindi non riescono a capire di cosa si debba provare pietà. Ricordiamoci che le persone autistiche sono differenti non malate, Dunque poco interessa quali siano gli obiettivi che la persona deve raggiungere ma è fondamentale l’impegno la costanza che ci si mette nel raggiungerli, senza dimenticare le enormi soddisfazioni che una persona autistica può dare ai propri cari.
SOLO CON IL PROPRIO CARO AUTISTICO
Fate sempre molta attenzione a invitare anche la persona autistica. Percepire che con una scusa del tipo: così ti riposi un po, che la persona autistica non è gradita comporta automaticamente il rifiuto da parte del caregiver. Inutile dire che ci sono situazioni differenti ma mai prescindere dall’invitare anche la persona autistica sarà poi il caregiver a decidere eventualmente di venire solo. Questa piccola accortezza è sempre molto apprezzata dai caregivers che certamente saranno ben predisposti nei vostri confronti se soprattutto completate il vostro invito con la richiesta di informazioni su come e cosa potete fare trovare per accoglierlo al meglio. A volte un particolare, come un cibo o un piccola cosa possono essere determinanti per accogliere in modo consapevole la persona autistica.
SE UN CAREGIVER HA BISOGNO DI UN MOMENTO DI PAUSA
Stare sempre con una persona autistica è una attività complessa e stressante. Si devono costruire continuamente ponti culturali con una persona che percepisce il mondo in modo molto differente. Per questo si parla di respire care, cioè di momenti in cui il caregiver prende respiro. In questi casi la rete sociale intorno al caregiver è fondamentale e se voi fate parte di questa rete è importante che siate pronti ad aiutare il caregiver a prendersi il suo momento di respiro. Essere pronti significa che il caregiver vi valuti una persona attenta alle esigenze della persona autistica e capace di gestirla in base alle necessità specifiche di quella persona. Quindi cogliete al volo ogni minima possibilità di condividere momenti insieme alla persona autistica che all’inizio saranno in presenza del caregiver per acquisire le informazioni importanti che in futuro vi consentiranno di essere autonomi nella gestione.
COINVOLGERE ATTIVAMENTE UN CAREGIVER
Non abbiate paura di coinvolgere un caregiver spesso per questa paura i caregivers vengono piano piano isolati da ogni attività con la scusa che loro ne hanno già abbastanza da fare a casa vengono esclusi dalla società. Quindi un caregiver vi sarà eternamente grato se gli proporrete di partecipare a una qualunque attività. Una volta che ha accettato però voi dovete sempore tenere conto della sua situazione specifica. Quindi eventuali ritardi ad appuntamenti, fughe improvvise dopo una chiamata o poco tempo da dedicarvi sono elementi che dovete mettere in conto e che non devono essere interpretati come superficialità o poca voglia di partecipare